venerdì 19 marzo 2010

Poche parole. Sul palmo. Le labbra le seguono. Segugi devoti e fedeli. Bramano il percorso. Le seguono come si segue l'acqua. Sciolano e si adagiano nelle sue forme curve. Lenta la via. Si schiude in un bacio. E assapora una promessa. Ogni promessa ha del sangue dentro. E piccoli pezzi di occhi. Frammenti delle loro pupille. Una bolla di sapone sporca l'aria. Incanto fragile. Inseguo luce. Solo per poterla soffocare sul mio palmo. Pietra del sacrificio. E lisciarla. Accarezzarmela addosso. Poche parole. Sempre meno. Baratto con il silenzio i miei baci. Adesso è ghiaccio. E io non sento. E le parole inseguono i pensieri. E i pensieri si nascondono nelle parole. E io non sono al centro. Ma in una equidistante assenza. Tra l'amore ed il giusto. E poi lo chiamo vuoto. Ma è un pieno esasperato dalla voglia di altro. Le mani mimano il vento. E misere carezze imitano il respiro. Un filo d'erba sta sorridendo. E' il ricordo dell'inizio. Quello che inevitabilmente svanirà. L'incanto svanisce sempre. Se lo copri e gli togli l'aria.
Sto per mordere la mela.
Spero che sia quella avvelenata.
La metà di cui tutti hanno paura.
Per immergermi in una vasca di sogni.
E saperla nascondere a fondo.
E svegliarmi con la mente sedotta.
Dalla luce.
Quando sarà il momento.
Dentro di noi ci sono continue battaglie. E la vita è l'avvicendarsi di continue scelte di amore. Atti di amore invisibile. Implicite e sincere. Esplosioni di vita. Svolte e inversioni. Apparenti rinunce in cui si celebra la volontà. Perchè l'amore è la sola verità. E solo nella verità c'è l'amore. Ma parla una lingua tutta sua. Fatta da echi lontani. Dalla voce segreta della pelle. Dal respiro del cuore. Da pause. Da finestre che si aprono e chiudono.
Stanotte ho dormito con la finestra spalancata.
Ho soffocato con la luce ogni spiraglio.
Per cercare la luna.
E mi sono addormentata mentre mi baciava la nuca.
Io ci credo.

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