mercoledì 25 aprile 2012

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Immagina.E' là che ci raggiungiamo. Nel regno dove ritrasporre, dilatare o ritagliare, imprintig occasionali. O meglio figli del caso più che dell'occasione e del più opportuno momento. Ombre giganti e moscerini. Contro la luce ed il vento. Si sovrappongono. Fino a restiturire la fiaba. Gocciola, come vino versato, e come piacere, la mente. Sulla coppa della possibilità. E sul suo bordo, attenta, io osservo. E' uno spettacolo da cui non riesco a distogliere lo sguardo. In fondo diveniamo vita per caso. E diveniamo caso mentre viviamo. Immergersi tra le nuvole non è mai stato così semplice. Nuvole sulla pelle, nella mente, tra i denti. Finanche avvinghiate al cuore. Nella pancia di mia madre, nessuno mi raccontava menzogne. Il suo ventre era una caverna calda, e nessuno spegneva quel fuoco. Così mi determinai a spezzarne un pezzettino. Deve essere stato così. Quello stesso fuoco che si rende voce e filo. E che a volta sento e non trattengo. Possiamo smettere di fare tutto, persino di pensare, ed impedircelo. Ma non di ricordare. Esiste una memoria del corpo che si sottrae alla mente. E' più forte di ogni nuovo remake. Ho una feroce nostalgia della voce delle fragole. E del loro sangue. Dell'inesattezza più pura. Di quelle storie e di quella tenerezza che non ti porgeva mai il conto. Sui miei polsi c'è una piccola stella amaranto. L'ho disegnata tanto tempo fa. Io coltivavo rose. Per vestire i miei occhi di petali. Li ripiegavo sulla bocca. E le mie labbra erano perfette. Più rosse del dovuto. A ridosso dell'immondo desiderio. E sotto di loro io. E le mie parole. Ed i miei pensieri. Nessuna pietra nasce liscia. E liscia lo diventa.Sono fatta di tutti i sogni che sono nati e sono crollati e poi di quelli che hanno ripreso a pulsare. Perchè i sogni sono la parte, di noi e con noi, più piena di vita. Vita sussurrata o solo strisciata. Vita urlata o riavvolta intorno ad un rocchetto.




Basta srotolare il filo.



Senza strattonare il palloncino.



Scrivere non è stato mai più difficile.



Il mio unico dio è tutto l'amore che sento.



E la voce di mio padre che a volte mi ritorna nei sogni.



Quell'abbraccio forte in cui le ossa si toccavano.



E la spinta del suo cuore stanco, contro il mio.



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