venerdì 13 luglio 2012

La memoria delle pietre ti stupisce. Gravida e silente, nello stesso tempo. Madre e figlia, come capita. Pancia ed utero che si abbracciano. Perchè a volte il tempo è solo companatico. E quella memoria si precipita nei tuoi sensi come un morso. Affonda e fa male, o forse un sollievo sbagliato. Ti sorprende come le strade e gli angoli di un paese siano impregnati di quella sostanza indefinita e possano masticarla, insieme a tutta la vita che si è avvicendata ed accavallata su quelle pietre. Come se fossero i polpastrelli del mondo, la sua pancia. A ridosso della tua carne, fino a lasciarla strofinare contro l'anima. E per caso, ritrovi i tuoi passi durante un pomeriggio stinto e caldo. Le prima passeggiate sul lungomare. Il quinto bacio. Le fughe dal catechismo. La recita nel mese di maggio. La liquirizia e figurine di raccolte mai terminate, dopo la messa della domenica. Sembrava ieri, quasi adesso. E il mondo è altrove. Le case ad un piano, tufo a ridosso dei palazzi. Pietre che c'erano anche allora, loro ed il mare e la salsedine sulla pelle. E i nostri "...prima qua c'era..." intervallati dagli increduli "ricordi?", prima di diluirsi definitivamente nella nostalgia. E' strano come quella essenza, quasi magica, ti rovisti nella mente. Come un amo. E ti faccia ricordare sempre le cose meno rilevanti. Graffiandoti le sensazioni, come carta vetrata. Memoria e ricordi quasi si sovrappongono.Sento il mio battito, che mi invade, fino alle vene.
Annegai il senso di colpa nel piacere.
Capitò.
E mi osservai.
E mi piacque perdermi.
E ancora di più sentirmi perduta.
Tu mi grattasti addosso il desiderio.
Come ghiaccio.
E il mio calore riusciva a rubare il distacco.
Ad accavallarsi all'anima.
Quasi come ci rubavamo le pupille.
Ciglia contro ciglia.
E nelle promesse umide dentro l'alito ingordo.
Adesso la notte ha quel suo odore asciutto che sa di sincerità.
E di intimità.
E ho smesso di avvicinarmi ad un punto, sempre lo stesso,
per girarci intorno.
Come filo intorno ad un rocchetto.
Adesso osservo ciò che mi piace da lontano.
Come una pietra tra le pietre.
E fossi muro, soffitto, finestra.
Parlarmi non è stato mai più semplice.
Difficile è ascoltarmi.
Ed ascoltare.
In realtà siamo solo occasioni.
Siamo caso impastato di vita.

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