Per la mia piccola B.
Non
riusciva a non guardarli, proprio perchè sapeva. Sapeva in maniera
imprecisa e diffusa, per quello che le era stato detto e quello che non
le era stato detto. Per quello che aveva raccolto tra le ciglia e nel
respiro e negli sguardi liquidi. Sapeva e sapeva più degli altri, e nei
dettagli più intimi. Perchè lei era fatta di tempo e di una pelle che si
era fatta più spessa. Non molto, solo un pò di più. E non bastava
neanche per sopportare tutto. Sapeva forse ancora di più della fanciulla
cerbiatto, della piccola donna farfalla, ancora di più della creatura
che le si era stretta addosso, a caccia di comprensione, la temibile
pelle della impotenza. Non le aveva mai chiesto di aiutarla, ma le sue
braccia avevano implorato forza al mondo. La giovinezza ha in sè la
forza sconvolgente della purezza, dell'imprinting, del devastante,
dell'insostenibile. Un'onda ed il suo impatto. Aveva raccolto le lacrime
di quella fanciulla, lacrime sincere del suo giovane e delicato ed
inesperto cuore. Aveva stretto a sè quel piccolo cuoricino. Era capitato
in un'epoca sbagliato. Un grande amore sbagliato e senza futuro. Con
una spinta immensa, costretta ad arrestarsi e ad annodarsi su se stessa.
Praticamente a ridursi, a contrarsi, a spezzarsi, ad accavallarsi in un
nodo di cuore. E le consigliava e spiegava, ma le era capitato di
vederli. Di sentire la tensione e l'elettricità del desiderio e della
passione e la furia del non potersi avere. E si era sentita impotente. A
volte, sentiva la menzogna di quelle confidenze che rinnegavano
l'amore. E i racconti di nuovi amori promessi che colavano a picco, come
se fossero espedienti, per continuare a vivere. Perchè la piccola donna
aveva urlato il suo amore, lo aveva difeso, lo aveva scaraventato al
cielo. E mentre continuava a sfidare il sole, lo aveva visto sciogliersi
e frantumarsi in codiandoli.Ed era rimasta sola a mordere il manto
stellato di quel mostro crudele. Sola con il suo sogno che le tornava
addosso. Come un mare al contrario.
Piccola B. non permettere che il cinismo e la delusione macchino i tuoi petali.
E brucino le foglie del piccolo albero che hai sentito crescerti dentro e spingere
e tentare di toccare il cielo.
Gli stomi sembreranno ingombri, capaci di esplodere.
Ma il tempo pulisce.
L'amore è quello.
Farsi albero.
E tenere quel respiro che ti ha percorsa e che ti ha tirato come una corda.
E' bellissimo pensare che ciò che è stato
sarà per sempre.
E rendere immemore ed infinito un attimo.
Capita a tutti.
Anche a chi lo nega.
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