venerdì 13 luglio 2012

Per la mia piccola B.
Non riusciva a non guardarli, proprio perchè sapeva. Sapeva in maniera imprecisa e diffusa, per quello che le era stato detto e quello che non le era stato detto. Per quello che aveva raccolto tra le ciglia e nel respiro e negli sguardi liquidi. Sapeva e sapeva più degli altri, e nei dettagli più intimi. Perchè lei era fatta di tempo e di una pelle che si era fatta più spessa. Non molto, solo un pò di più. E non bastava neanche per sopportare tutto. Sapeva forse ancora di più della fanciulla cerbiatto, della piccola donna farfalla, ancora di più della creatura che le si era stretta addosso, a caccia di comprensione, la temibile pelle della impotenza. Non le aveva mai chiesto di aiutarla, ma le sue braccia avevano implorato forza al mondo. La giovinezza ha in sè la forza sconvolgente della purezza, dell'imprinting, del devastante, dell'insostenibile. Un'onda ed il suo impatto. Aveva raccolto le lacrime di quella fanciulla, lacrime sincere del suo giovane e delicato ed inesperto cuore. Aveva stretto a sè quel piccolo cuoricino. Era capitato in un'epoca sbagliato. Un grande amore sbagliato e senza futuro. Con una spinta immensa, costretta ad arrestarsi e ad annodarsi su se stessa. Praticamente a ridursi, a contrarsi, a spezzarsi, ad accavallarsi in un nodo di cuore. E le consigliava e spiegava, ma le era capitato di vederli. Di sentire la tensione e l'elettricità del desiderio e della passione e la furia del non potersi avere. E si era sentita impotente. A volte, sentiva la menzogna di quelle confidenze che rinnegavano l'amore. E i racconti di nuovi amori promessi che colavano a picco, come se fossero espedienti, per continuare a vivere. Perchè la piccola donna aveva urlato il suo amore, lo aveva difeso, lo aveva scaraventato al cielo. E mentre continuava a sfidare il sole, lo aveva visto sciogliersi e frantumarsi in codiandoli.Ed era rimasta sola a mordere il manto stellato di quel mostro crudele. Sola con il suo sogno che le tornava addosso.  Come un mare al contrario.
Piccola B. non permettere che il cinismo e la delusione macchino i tuoi petali.
E brucino le foglie del piccolo albero che hai sentito crescerti dentro e spingere
e tentare di toccare il cielo.
Gli stomi sembreranno ingombri, capaci di esplodere.
Ma il tempo pulisce.
L'amore è quello.
Farsi albero.
E tenere quel respiro che ti ha percorsa e che ti ha tirato come una corda.
E' bellissimo pensare che ciò che è stato
sarà per sempre.
E rendere immemore ed infinito un attimo.
Capita a tutti.
Anche a chi lo nega.

Nessun commento:

Posta un commento