domenica 14 aprile 2013

Amore, perdonami


Se adesso aprissi le mie mani, sarebbero davvero vuote e stanche.
Striate dall'aria. Scavate da parole. Come rigagnoli di linfa impudica.
Evaporata al sole. Quando la luce del giorno filtra
tra le palpebre e mi solletica la coscienza. E la cavalca.
Come piume variopinte. La accarezza fino a rubare ogni respiro.



Il segreto è una apnea dalla verità.
Segreto.
Sta vibrando. 
Qui.
Nelle mie viscere. 
Un nodo nero.
Slegato e riavvolto.
Accarezzato e stritolato.
Dalle stesse identiche mani.
Come radici di anima. 



E sentivo la tua bramosia che si cospargeva sulle carni.
Inseguivo le tue mani che vagavano nel contorno delle mie paure.
Ricamavano ragnatele. Risucchiata la bimba. E risputata nell'aria.
Non pianse. Spinta e respinta. Fino a farla vagare come un palloncino.
Vagò. Vagava. E vaga. Graffiarono la donna. 
Dita di desiderio che all'improvviso divennero artigli. 



Era amore.
Lo specchio d'acqua sull'abisso.
La cosa più naturale e pura.
L'acqua che tutti vogliamo bere.



Ma sui miei occhi c'era la benda del peccato annodata stretta.
Abili mani cesellavano i pensieri. Li modellavano. Come creta del vasaio.
E le forme erano altre. Perchè persi il controllo della mia creta.
E non c'eri più. Non era importante quello.
Eri andato e non eri mio. Mai stato. 
Esploravo il mondo senza usare le cinque dita. 
Con il palmo pronto a fare da coppa.
Ma ancorato al filo di quel palloncino.
Strattonato nel vento e ondeggiante.
Cosa è cambiato? Non oso pensarci. 
Chi è prigioniero, l’anima o il corpo? Chi?




"...Amore perdonami: sono brutale
e vorrei ungerti d’olio,

ti perseguito e vorrei
che davanti a te io fossi un tappeto,
ti amo e mi recludo nel mio silenzio,
ma ho paura, paura di me stessa,
di questi gigli orrendi di fame e di fango
che crescono nella mia mente..."
 




A me succede che allontanandomi dalle cose io le veda.
 

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