venerdì 18 marzo 2016

Oltre l’azzurro ancora azzurro. Sempre di più. Un orizzonte incerto su una linea  Il mare caldo e l’acqua sulla pelle mentre la luna si affaccia e si rispecchia. La voglia di essere onda, e respirare ancora e sempre e poi ancora mare. Sono fatta di mare, tutti lo siamo, oltre ogni più placida convinzione. Respiro ed alterno maree, e a volte inquietudine. E la mia pelle è piena di segni e di impronte. Soffio sulla sabbia ed un granchio fugge spaventato, incontro al mare ed alla spuma, la stessa che lo fa rotolare. Il vento quando ha appena sfiorato il mare ha una magia irresistibile. Più dolce e struggente di una carezza. Io lo lascio fare, oltre le paure di questa mia pelle di donna strana. Conto i miei brividi e li lascio sciogliere nel vento, sempre più intenso. Da bambina ero abituata a dormire con il rumore del mare nelle orecchie. E nelle notti d’estate, restavo di fronte al mare, con mio padre. Parlavamo di tutto, dei progetti, del suo lavoro, di quello che avrei fatto io. Un padre ed una figlia, forse una lettera unica, una lettera blu, come il cielo, se ci penso potrebbe essere la A, di amore, di amicizia, di aiuto, di ancora. Di anche, di alba, di adessochenonciseipiùètuttodifficilemailtuopensieroèquelvento. Esattamente il vento che ritrovo nei posti che mi incantano. E mi restituiscono la scia di protezione che solo la sua idea mi ha lasciato, come un monito, un gancio, un graffio, un segno intorno al polso. Il filo di un palloncino immaginario per cui non smetterò mai di sentirmi una bimba. La bimba che è dentro di me, fiera di aver attraversato le mie e le sue notti vicini vicini. A come abbraccio infinito. Il suo a me, a quello che sono, una donna difficile. Ed è difficile avvicinarsi e poi restare e a volte anche allontanarsi, perché no? A come adesso. E poi chi lo sa? Ancora piena di sogni. E con i passi incerti, ma con una spaventosa voglia di camminare. Anche stanotte la luna oscilla piano nel mio cielo. Domani non sarà altro come domani. A come altro giorno. A Tioman eri già andato via.
L’anima come una vela solitaria.
E la mia tribù di formiche ancora non smette di raccogliere molliche.

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