lunedì 10 agosto 2009

E' il cielo che rade i brividi a questa mia pelle. Rasoio d'anima. Stanotte è livido. Siamo tutti sotto lo stesso ematoma. A caccia di sollievo. Il cielo è un soffitto tumefatto. Di una notte fatta di vento. Anche se è immobile. Non vedo stelle. Si sono perse nell'urto. Sottratte e nascoste. E sento solo l'odore del vento. A circumnavigare il mio sonno. A segnarne il profilo.Tra una parola e l'altra. Nella più calda incoscienza. Fatta di palpiti sfacciati. Nella mente. La casa della mia intimità. E del mio non contegno.
Arriva e scappa.
E non l'hai visto.
Sai solo che è passato.
Ha dato e tolto.
Come un ladro gentiluomo.
Avrò per sempre uno spicchio in meno. Un pezzo mancante. Rubato dall'eccesso. E a lui donato. A mani piene. E trabboccanti. E a volte si chiama voglia di amore. Leggera e morbida. La coperta del cuore. Come una musica. Sempre là. Nella mente.
La logica non conta.
Sono una semiluna.
E lo sarò per sempre.
Bagnata da uno sputo di follia.
Leccata in una pozza.
Secreta da un cielo livido.
O solo raccolta con un dito.
Ora gronda luce.
Non pare lo stesso.
E poi contamina.
Nessuna crudeltà è riservata a quel cielo.
Sta rivomitando stelle con indifferenza.
Tutte quelle che aveva rubato.
Si è un pò pentito.
Almeno lui.
Io no.
E anche se lo facessi?
Cambiare idea è il diritto di una mente che si avvolge.
E poi si srotola.

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