lunedì 10 agosto 2009

Sogno una me che sogna.
Sogno una me che mi sveglia.
Sogno una me che si risveglia.
E poi risogna.
Il risveglio è un istante.
O forse una cascata inclemente di tempo.
Sgorga dal manto della incoscienza.
E accarezzo il tempo.
Come la coda di un gatto.
Il lenzuolo è il velo che mi separa dalla realtà.
Lieve e morbida illusione.
E ancora risogno.
Lieve e morbido è il confine tra vivere e dormire.
E sognare.
Un mondo di alberi.
Alti.
Le fronde inquiete.
Fino alle stelle.
Fino ad urtarle.
A toccarle.
E farle rimbalzare.
O solo fuggire.
E scalini tra le stelle.
Dagli spigoli acuminati.
Sogno di smussare i lori angoli.
Prima di sgozzare stelle.
Lungo il percorso.
Strada facendo.
Per lasciare la traccia.
Stelle innocenti.
Palpiti di luce.
Frammenti di stelle.
Scie e sussurri.
Lacrime e brividi.
E non sogno più di sognare.
Ma sogno di non sognare.
Senza svegliarmi.
Il tuo respiro.
Si intreccia con il mio.
Come le tue mani sui miei fianchi.
Il mio segreto è sulla nuca.
Graffiato sulla pelle.
Ricamo di inquietudine.
Nascosto.
Annusalo.
Sa di verità.
Devi seguirne il contorno.
Senza toccarlo mai.
Perchè toccarlo fa male.
Più a te che a me.
Voltami e insinuati tra collo e mente.
Perditi dentro la mia mente.
Non voglio baci.
Solo parole.
Parlami senza svegliarmi.
Sogno una me che sogna.
Sogno una me che mi sveglia.
Sogno una me che si sveglia.
Il bosco si è sdraiato.
E il mio segreto è ancora dentro di me.
E io dentro il bosco.
Tra i frammenti di stelle.
L'unico suono che percepisco è il loro calpestio.
Le emozioni sono più tenaci di ogni pianto di stella.

Nessun commento:

Posta un commento