lunedì 17 agosto 2009

Voglia di margherite e di candore. Una volta annusai il sangue di una margherita. O forse era il suo pianto. E' lo stesso. Quando si soffre è come se il dolore si sostinuisca al sangue. E' l'unica linfa che ci scorre dentro. Fino a comprendere. E' la comprensione che ci restituisce il sangue. Affondai le mani dentro il sangue di quella margherita. E lei mi donò il suo segreto. Allora non avevo segreti. E per ricambiare le donai una promessa. La strappai dalla mia cintola. E le asciugai le lacrime. Quella promessa mi punge il cuore. La ricordo ogni volta che incontro petali. E mi strofinano il grembo. Una promessa violata. Fatta di parole e di occhi. Inutile come una lacrima. E di una notte insonne. Voglia di margherite. Di abbracciarne la corolla. Una volta ancora. Di brillare come mai. In una luce sconosciuta. Astratta. Darle un nome. Lisciarne i contorni. Come se fossi petalo. Fino a restare senza forze. Danza. La mente danza. Su prati sconfinati. Fino ad avere il fiatone. E nascondersi nel bosco della confidenza. Il vento mi è amico. Mi nasconde con sè. Dentro il suo urlo. E mi fa tremare. Vorrei le sue carezze. A rassicurarmi. E le sue mani a proteggermi. E a rassicurarmi ancora. A spalare la neve che c'è sul mio cuore. Fino a non essere. E perdermi. E impedirmi di trovarmi.
Oggi, caro vento vorrei piangerti tra le mani.
Per l'ultima volta.
E mescolare lacrime con i tuoi sussulti.
E la luce.
Come se fossero perle.
Per poi spegnermi in un languido buio.
Da incognita spalo neve. Ancora a caccia di margherite. E del loro nome.
E di una promessa incompiuta.

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