sabato 16 maggio 2009

Ho rubato nuvole.
E non dovevo.
Ho riempito bauli di nuvole.
Era forte il timore di riaprirli.
Afferrarne l'assenza.
Mi trema la mente nel ricordo.
E forse era lurida speranza.
Sono una perfida custode di sogni candidi.
Una portatrice sana di astrazioni.
E' questo che faccio.
Continuo a descrivere.
Parole strisciate su fogli come cielo imbavagliato.
E aria compressa in cassetti.
E di me faccio mondo.
Sciocco artificio di un minuscolo frammento.
Per non vivere.
O vivere solo poco poco.

E' che ho capito che solo raccontando le cose cessano di esistere.
Mi sono ascoltata nella mia voce.
Cadeva a picco come sassi.
E mi sono ritrovata.
Nella discesa.
E nella caduta.
E poi nell'urto.
In un attimo.
Era sole?
Era luna?
Era palla di fuoco?
Era cometa senza scia?
Pietra rovente?
Palla da biliardo?
O solo voglia di tutto questo?
Di conservare un pò di nuvole per i tempi di carestia.
Che è solo solitudine...

3 commenti:

  1. per non vivere
    tutto è permesso

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  2. ... di ombre sottili riprendi la strada del fuoco nascosto e poi taglia la mela a metà... troverai nel cuore il seme dell'immortalità :))

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