mercoledì 20 maggio 2009

Prigioniera.
Di libertà sfusa.
Ciuffi di libera.
Libertà sdraiata.
A strati.
E cera.
Dove incidere la promessa.
E poi cancellarla.
Voglio sentire lettere per lettera mentre viene impressa.
In una direzione.
E al contrario.
Sentire la bacchetta che si immerge nel troppo denso.
Quasi a confine con la cera.
Fino al delirio.
Che poi è verità.
L'unica possibile.
Per dimenticare.
Nessuno deve sapere.
Sarebbe come strappare i ricordi al tempo.
Togliere al tempo strati di pelle.
E mi stiracchio nella delusione.
In fondo non è così scomoda.
Ha già scavato il solco.
E' una coperta di aria fitta.
La urto.
Mi comprime le labbra.
Fino farle sanguinare.
Come se fossi in una scatola fatta di roccia.
E forse è il mondo.
E a sentire le ossa dolermi.
Per trattenermi le ali.
Per farle implodere.
E mi avvolgo.
In un nodo.
Unisco ogni lembo.
Senza farne toccare le estrimità.
Non sono labbra da baciare.
Perchè ogni bacio è un segreto rubato.
Tremo.
Non so se è vergogna.
O desiderio.

Vorrei nasconderti nel mio ombelico.
Nessuno può farmi più male di quanto io sappia farne a me stessa.
E' davvero difficile percorrersi da un lato all'altro senza perdersi.
Ed annegare nella consapevolezza.

Nessun nodo unisce davvero.

1 commento:

  1. Ho scritto i miei desideri sulla cera. Li ho incisi con la mano tremante, ne ho avuto paura. Ho messo la candela sul suo piedistallo e l'ho asservata.
    Per la mia strada trovai una Creatura Perfetta e mi chiese di accendere la mia candella e di far scorrere la sua cera sul suo corpo. Voleva sentire il mio desiderio bruciare sulla sua pelle, voleva godere del mio piacere e del suo dolore. L'ho fatto. Ho acceso la candella e goccia a goccia guardando i suoi occhi, ho accontentato i miei desideri, alcuni di quelli che avevo inciso sulla cera.
    In mano ora, un attimo eterno prima che se ne andasse, mi ha dato una candela con le sue incisioni. Alcune erano come mie, ma voleva riprovarle. Alcune erano nuove, sconvolgenti visioni che hanno mutato e acceso nuovi desideri.
    Se ne è andato e mi ha lasciato la sua candela perchè divenisse la mia dannazione. Non potreò mai usarla con altro, non ci sarà nuova luce senza la sua fiamma.
    Rimango ora in ginocchio per terra con la sua candela fra le mani, i suoi occhi stampati nella mia Anima con un nuovo tormento e una lunga Dannazione.
    Il mio Sangue si è mischiato col suo Veleno e sta prendendo il sopravvento. Sto cercando di non lasciarmi morire, per quanto, effettivamente non agogni che la morte.
    E la candela rimane a terra, le mie mani fra i capelli, la sua musica nella mia testa, l'odore dei nostri corpi mi pervade, voglio urlare, voglio morire se domani non ci sarà la tua fiamma ad accendere i nostri desideri.
    E ora lasciami al mio dolore fino ad impazzire. E' questo che vuoi? E' questo?
    Nel silenzio non odo risposte.

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