giovedì 28 maggio 2009

Si ripiegò come il tormento sull'errore. Si fece conchiglia. Di sè. Capovolta. Con le spalle al mondo. Sfuggire alla luce era il modo migliore per ricordare. Imprimere. E lasciare colare a picco. Su fondali inesplorati. Fino a graffiare il fondo. Così può riemergere. La luce aiuta a dimenticare. Leviga e illumina ogni meandro, riempiendo le pieghe di oblio. Al margine tra comprensione e crudeltà. E non sapeva cosa servare nella memoria. Cosa distruggere e cosa incastrare. Nel suo guscio. Si era persa tra tempo e ricordo. E non sapeva distinguerli. Mentre il mondo le lisciava la schiena. Con morsi e baci. E non osava voltarsi. Si accovacciò ancora. Spingendosi oltre la resistenza. Come una carezza sulla ferita. La dolcezza non lenisce. Esaspera. Comunque non nasconde il dolore. Una fitta inspiegabile. Dilatata in un dolore lento. Ma senza logica. E dolore non era. Ma la sua ombra. Orribile è l'ombra del dolore. Perchè il dolore deve avere una logica. Per avere dignità. E si sporse ancora. Fino a sentire il corpo vibrare. Fino alla fine. E oltre. E si sorrise. Schiudendo la forza dal suo scrigno. E questa volta non era peccato. O forse non lo era mai stato. A lungo contratta come una corda prima della frustata. Fu così. Frustare l'aria di vita. E frantumare le sue notti. Immobili. Quando l'aria levigava il suo sonno. Affinché non lasciasse scie. Ripuliva le sue notti. Quasi a rendere immacolati i suoi pensieri. Era questo. Era assenza. Era troppo. Era da questo che voleva sfuggire. Dal candore delle sue scie. Voleva solo perdersi nelle sue macchie. Fino a non poterne più. L'autenticità è l'unica macchia in cui immergersi. Fino ad annegarvi. E non era la fine. Ma assolutamente l'inizio. Un fiore di carne. E tra i petali promesse.
Non voglio più avere paura di quello che sento.
E ripulire macchie che non esistono.

2 commenti:

  1. voglio un imene che, ogni volta, ritorni fiore
    per strapparlo mille volte,come fosse la prima

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  2. una frase che dico sempre.che visivamente mi rappresenta,nella mia immaginazione è.."vorrei essere un fiore.e farmi strappare tutti i petali"
    [che molti sono già strappati..e come dici bene tu..quel fiore,quei petali,sono carne...che si strappa]

    ...mi piace molto leggerti.anche se leggo cio' che di me [e di te,evidentemente] fa male..

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