Le nuvole hanno mangiato il cielo. Oggi. O forse già ieri. Perchè il tempo è il cilindro del mago pazzo. Estrae vita. E ce la spalma addoso. Come se fosse gelato. Alla rinfusa. E quello che stai vivendo adesso è il futuro di un plausibile ieri. Ma le nuvole sono buone e tenere. Si commuovono spesso. E sanno farsi da parte. Lasciando al vuoto tutto il vuoto che si può. E anche di più. Nella pancia del mondo. Vorrei restare con il rumore dell'acqua che bolle in sottofondo. L'odore della terra a navigarmi dentro. Fino alle Pupille. Ed i miei gatti sulla pancia. Ad occhi chiusi. Le ciglia profondate nel sonno. Immobili e tese. Come una preghiera. E io placidamente assorta. A sgranocchiare vento. Sembra il rito della catarsi della quotidianeità più sfrontata. E il mio gatto cerca la mia mano e si accarezza da solo. Strofinandosela addosso. Perchè sa prendersi quello che vuole. Io invece cosa voglio non lo so. Voglio non volere. Ed essere come il vento che mi bacia i denti. Dopo avermi spalancato la bocca in un sorriso. Soffiare finchè mi va. E poi spegnermi. Senza preoccuparmi di dovere. E dover esistere. E' così che ricompongo la mia mente. Modello la sua forma. E mi perdo tra le nuvole. E forse erano ancora e solo cielo. Non sono fatta di nuvole. Ma di questa voce che mi freme nella carne.
Anche quando tutto sembra tacere.
E l'acqua si deforma in bolle.
E le bolle esplodono.
La chiamano chimica.
Ma forse è magia.
La chiamano chimica, già, forse è biologia del disgregarsi, o ricomporsi. Perché l'acqua compie un ciclo, si rigenera sempre, dopo l'evaporazione torna in alto, sotto forma di nuvole.
RispondiEliminaE la terra, sotto, attende di nuovo la pioggia per rinfrescarsi, time after time.
ti trovo schifosa
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