Qualche istante? Interi giorni? Quanto tempo è passato prima che
tutto questo divenisse parte di me? Ho vene verdi e strani riflessi, a
volte viola. Segnano i miei polsi. Mi piace pensare che siano fiumi e
che io sia terra. Sono questi i pensieri che mi attraversano, fino a
diventare linee, quando mi ricopro di solitudine. Di tutta quella di cui
sono capace. Fino ad inseguire un tramonto caldo, caldissimo, ed un
cielo carico di sfumature. Tutto inizia e finisce nel mare. Almeno così
mi sembra, mentre annuso l’aria. Un attimo prima di distruggere ogni
luce. E sentire ancora l’ombra, in fondo, fino alle ossa. Per tremare
ancora. I gatti miagolano in giardino, scavano sempre le piante che io
sistemo e le lasciano sparse nella terra. L’aria finalmente più fresca
mi aiuta a respirare. E se respiro, penso.
Pensieri leggeri.
L’ora blu. Ed è quella che preferisco. Dalle mie parti ricopre tutto di
una luce speciale. La luna non è ancora esplosa e tutto il cielo si
sfuma lentamente verso il mare, in un modo particolare, di una bellezza
prepotente, quasi invadente. Tra un istante sarà ancora notte. Quante
onde dovrò attendere? Quante volte la loro acqua sfiorerà la riva e
righerà la sabbia? Una volta ho passeggiato sulla spiaggia, sotto una
coperta fitta di stelle, e ad ogni passo tutto si illuminava. In un
posto lontano, è successo, sotto questo cielo. Lo stesso che adesso
sembra abbracciarmi. Perché ci sono viaggi indispensabili. E io desidero
aria nuova. Dentro e fuori. Un bisogno antico che riaffiora. Altrove è
il mio posto, adesso. Perché la distanza aiuta a sentire meglio.
Siamo tutti protagonisti di vite diverse nella stessa vita.
Quale è la prossima mossa?
Fammi una domanda, ma non so se ti risponderò.
”….Il cielo era stellato, tanto che,
dopo averlo contemplato, ci si chiedeva se sotto un cielo così potessero
vivere uomini senza pace…” (F. D. – “Le notti bianche”)
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