venerdì 27 marzo 2009

Striscio pensieri sulla carta. Perchè così è più facile dimenticarli. Ed assentarmi dalla mia mente. La scatola del tormento. Non ci sono.
Non sono dentro me.
Sono su quel foglio di carta.
Sono solo un disegno
di sangue e unghie.
Fodero la mia assenza di corolle di rose. Odorose e stanche. E mi confondo tra il pudore e la vergogna. Li scambio. Fino a infrangere ogni paravento. Veline mi frustano il viso. E smangiano il mio mascara. Urtano contro le mie ciglia. E le disperdono nel vento.
Sono una ciglia che si è smarrita.
Senza padrone.
E di delirio poi mi tuffo tra petali aridi. Non sono attenta ai dettagli. Muovo le mani nella sagoma. Per riempirla di brividi. Ma non riesco a scorgere i particolare. Non più. E mordo ogni striscia di comprensione. Come se fosse un nastro. Ed è per quello che mi ferisco le labbra.

Il pudore e la vergogna sono solo riflessi.
Dell'anima.
Delle sue ombre e della sua luce.
Ognuno sceglie in che ordine.
In attesa che la ferita si rimargini, mi perdo nel vermiglio del mio sangue.

5 commenti:

  1. molto intensi i tuoi scritti.Il sangue sembra essere a volte una delle poche certezze.E l'uscire da sè,l'unico modo per entrarci.un saluto

    RispondiElimina
  2. aspetto anche io che la ferita sia rimargini. un bacio, Lu

    RispondiElimina
  3. WOW!! Noto finalmente un'accoppiata di classe..un Iggy Pop & Sakamoto...effetto di oppiacei o erbe, per aver lascaito da parte negramaro,mannoia,ecc.....No, no...deve essere forse il ciclo ("[..]vermiglio del sangue [..]")
    :))

    RispondiElimina
  4. ahahaha...che antipaticococococo

    RispondiElimina