martedì 21 aprile 2009

Come se ci fosse un rifugio

Un rifugio.
Foderato di cielo.
Dentro il quale lasciare il mio cuore adagiato.
A contrarsi di baci.
Spontanei.
A ricamarli come la neve.
Su velluto e anemoni.
E mughetti e sangue.
Cosparso di nuvole.
In attesa della pioggia.
L'aria sazia si compiace del suo odore.
Pregno e immobile.
E nella tana il riposo del cuore sembra silenzio.
Ma è furia.
Urla.
Come se di equilibrio si nutrisse.
Mentre sta morendo di fame.
Era strano sembrava nuotare contro corrente.
Mentre parole e fatti mi sbattevano contro.
E le stelle graffiavano.
Mi solcavano il cuore.
Ci incidevano il verdetto.
E il presente sembrava miseramente scorso.
Tra le mani il calco dell'attimo.
E la sua eco ruvida.
Una medusa nello stomaco.
Faceva razzia.
Come se avessi paura a pronunciare una parola.
La più semplice.
Una parola inversa.

"...Il mio diletto è bianco e vermiglio,riconoscibile fra mille e mille..."

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