martedì 14 aprile 2009

Luna annegata nel cielo.
Luna soffocata e persa.
Il cielo l'ha inghiottita.
E nascosta.
Mi vesto da spigolo.
Mi piego per sentire.
E raccogliere vento.
Come una coppa.
E ai margini mi pongo.
Io rubo tempo al tempo.
E me lo infilo nelle vene.
E di passato cospargo gli angoli della bocca.
Umetto il suo contorno.
Fino a chiamarlo desiderio.
Prima di rinnegarlo.
Amputando le mie labbra.
Luna che pulsa.
Altrove.
Il cielo l'ha sputata.
La notte è un sipario.
E il giorno è il sipario della notte.
Tenda su tenda.
In attesa dello spettacolo.
Nulla copre più della luce.
Gioco con un raggio di sole.
Copre ogni tristezza.
Ci spalma sopra un velo.
E scorre sulle mie cicatrici.
Oltre ogni probabile possibilità.
Ma non cancella.
E diventai femmina.
E mi bagnai di innocenza.
Intrecciai lacrime alla terra.
Come rami e radici.
Quanta poca dignità c'è nella tristezza.
E nel suo urlo.
Come se vivere fosse un dovere.
E la vita non fosse un delirio continuo di sangue e carne.
Non smesso di trattenere.
E indegnamente scorro.
Come una diga.

Nessun commento:

Posta un commento