mercoledì 15 luglio 2009

Adesso vorrei insegnare alla mia pelle ad avere freddo quando fa caldo.
E ad avere caldo quando fa freddo.
Vorrei ammaestrarla.
Vorrei insegnarle a superare i limiti.
A capovolgere le regole.
Voglio sentire a modo mio.
E capire è più semplice che giudicare.
Una luna dai limiti smangiati sta splendendo.
Le hanno morso il bordo ma resta immobile.
E splende per tutti.
Come se fosse pane.
Una immensa panella.
Da ogni angolo della terra.
Luna di pane.
In cui affondare le mani.
E strapparne un pochino.
Come se ogni dono fosse un diritto.
E nutrirsi di immenso.
Senza saziarsi.
Mai.
Briciole di luna.
Io sto morendo di fame.
Sono cresciuta cercando di essere indispensabile.
Come se quella fosse la misura dell'amore.
Spanne di utilità.
Ma un certo punto mi sono allontanata.
Non so se fosse assenza o indifferenza.
E la distanza era divenuta la misura dell'amore.
E mi sono persa il meglio.
Ho sentito sguardi e delusione.
E la approvazione è diventata la misura dell'amore.
Ho sentito pizzichi di amore negato al cuore.
Pungono come spilli.
E ho continuato a resistere.
Non sarebbe bastato cambiare le regole.
Ma distruggerle.
Nastri di seta hanno coperto occhi e labbra.
Senza alcuna utilità.
Non era per impedire di vedere.
Solo segnare.
Fino a fare male.
La misura dell'amore si era trasformata
nella capacità di lasciare un segno.
Uno qualsiasi.

1 commento:

  1. "Sono cresciuta cercando di essere indispensabile.
    Come se quella fosse la misura dell'amore.
    Spanne di utilità"

    certo non è quella la misura dell'amore,ma a volte riesci ad avere la certezza di essere amata,solo quando ti si dimostra che sei indispensabile...forse a sentirla anche prima quella certezza,non si sentirebbe il bisogno di diventare indispensabili...

    [o forse queste sono solo le mie paure,paranoie,convinzioni,alibi.]

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