mercoledì 15 luglio 2009

Ho laccato le crepe del mio cuore. Nel punto esatto in cui la ferita si fa morbida. Ho sentito i suoi lembi e ha steso lacca rossa per mimetizzare il sangue e il succo della mia anima. Densa e rossa come il tramonto. E ho deposto un sigillo fatto di labbra. Baci e morsi. Fino a restare con pezzetti d'anima tra le labbra. E il senso di una differenza lenta e logora ed esausta.Io e il resto del mondo. E a capire se entrare o uscire per sempre.
Sono stata molte cose.
Mi sono fatta oggetto.
Sono stata in molti modi.
Tanti o solo uno.
Tra il tanto ed il troppo ho sempre scelto il troppo.
Sono stata recinto. Sbaglio sempre. Muro. Vernice. Rossetto. Chiodo. Cornice. E scusa. E poi errore. E finestra. Scusatemi. E cassetto. Sono stato argine. E fiume. Rosa. E spina. E mi dispiace. Tovaglia. Piatto. Spillo. Non succederà. Castagna. Riccio. Straccio. Molte volte. Unguento. E pungolo. Era tutto evidente. E silenzio. Per pochi istanti. E lava. E reggiseno. E gancio rotto. Orgasmo. Gonna. Tacchi. Caviglia. Non lo farò più. Utero. Voce. Sorriso. Rabbia. Pugno.
Sono stata tante cose.
Molte sbagliate.
Divorate dall'eccesso.
Oggi sarò ombrello.
Ho deciso.
E domani la mano che lo chiuderà.

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