domenica 12 luglio 2009

La notte mi vomita addosso una luna impudica. Le liscio i contorni. E gioco con il suo bordo. Infilo le dita nella luna. Come corvi a rovistare luce. La luce mi punge dagli spiragli della mia finestra. Fuori c'è il mondo. Un mondo che cambia. Istante per istante. E io mi mostro immobile. Mi spoglio e mi lascio rubare l'intimità da aghi di luce. Fino a strappare il segreto dai miei fianchi. Come se fosse il vestito che adesso scivola ai miei piedi. Mi lascio guardare. E fingo. Di non sapere che stanno rubando pezzi di me. Avariati ma sinceri. Sento disegnare croci sulla mia nuca. E musica sulle mie braccia. Fino a urtare contro i miei gomiti. Strisce di pudore. Da annodare alle caviglie. Giri di sensuale frivolezza sui miei polsi. Un segreto che cola ovunque. Un gioco fatto di carne e di luce. Dove la mente le scava e le segna. E si nutre. Roteando come un disco di luce impazzita. Fili di fuoco. E le mie mani li uniscono e li spezzano alla mia carne. E il mondo ancora osserva. Ma io non ci sono. Non più. Sono una bolla di luce. E mi respiro addosso. E voltandomi scivolo nel domani.
Pensavo che ci volesse tempo per cambiare.
Ma in genere occorrono pochi istanti.
Nulla è più complicato di una vita troppo semplice.

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