mercoledì 17 febbraio 2010

ritrovarsi diversi. Eppure uguali. Diverse parti della stessa pelle. Nella periferia del corpo. Intorno al cuore. Con troppe parole. Cucite addosso. E poi strappate. E ricucite. O ricami di assenza. Vortici. E dirsi troppo senza dirsi nulla. Senza. E volare senza ali. Vuol dire strisciare. Solcarsi. Ritrovare i fiumi che ci scorrono dentro. Sotterranei. Incroci di anima. Pensieri contratti. Contorti. Affinchè tutto possa contenere il massimo possibile. Ed il massimo possibile viene ritenuto tutto. O lo sforzo di protendersi. Le dita a sfiorare il vuoto. Fino al confine. E là contenersi. Rimbalzarsi addosso. E la voglia di nascondersi. E di mordere all'improvviso. Come una licantropa assonnata. Si veste di luna. E si addormenta. E si dimentica di mordere. Invece di azzannare. Mi sveglio sempre all'alba. E l'odore del sangue è scivolato tra i raggi della luna. Una scia o un percorso. Forse bava del cielo. E la luna furtiva ha strappato via la coperta. E hai freddo e una strana fame. E tanto freddo. Io non riesco a lasciare le mie mani vuote. Le riempio. Raccolgo. E poi le svuoto. Ma non sono mai vuote. Ma non ci trovo quello che vorrei.
Apro la mia finestra. Solo un poco. Uno spiraglio. E gioco a nascondino. Con le onde del mare.
Ci sono sensazioni negative che non hanno dignità tale da potersi chiamare dolore.

2 commenti: