mercoledì 5 maggio 2010

E' fatto di neve questo cuore. Questo minuscolo cuore mio. Un puntino coperto da un velo di gelo, che fa una immensa fatica per riscaldarsi e riscaldare. E si inspessisce e si assottiglia. Vivere è quasi facile come respirare. Piccola folla di cristalli ribelli ed immemori. Si sfiorano i gomiti in cerca di calore. E quasi si abbracciano. E quasi si prestano il respiro. Quasi fratelli o assoluti estranei. Approssimato contatto che si verifica mai. Quello Istanti assiderati che hanno trovato un giaciglio. E ci strofinano contro il divenire. Perchè sono stati forgiati dal fuoco della fine. Ma quello che è destinato a finire in parte è già morto. E forse è lo stesso che non essere mai nati. Embrioni che vagano. Ma ogni verità ha due facce. E ciò che è destinato a morire è anche meravigliosamente stato. Ed è diventato. E i quasi fratelli sanno che il sole arriverà e scoperchierà ogni piccolo segreto. E saranno quasi sperduti. Perchè il sole è amico del tempo ed il tempo è amico dell'oblio. E l'oblio è amico della distruzione. E a volte la distruzione si fa chiamare cambiamento. E si affaticano per imprimere una traccia sotto. Più a fondo. Sulla pelle della terra. Fosse anche un piccolo graffio. E si spingono dentro. A caccia del punto fatto di corteccia. Dove potranno lasciare una traccia. Ma non sanno che l'unica traccia potrebbe essere quella che resta sulle loro dita.
E' fatto di neve questo mio minuscolo cuore.
Un vestito di gelo.
Una maglia.
E in fondo un fuochino.
Un tappeto dove si rotolano e si inseguono impronte sconosciute.
Rifugiate dentro per sfuggire all'arrivo dell'estate.
Per non sentire l'odore del mare.
Perchè dentro c'è silenzio.
E il silenzio è una mano impietosa che rovista.
Ho preso l'abitudine di trattenere ogni istinto.
on sempre ci riesco.
Ma quando non succede riavvolgere il rocchetto dei miei fili folli
è come ricamarsi sulle dita il senso del rimpianto.
Non è una storia fatta di neve questa.
E' solo una attrice non protagonista.
Destinata a dileguarsi.
E a non lasciare traccia.
Nessuna zingara leggerà la mia mano.
Ho appena mescolato le mie linee.

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