venerdì 20 marzo 2009

Se adesso scrivessi, sbaglierei le parole. Parole sbagliate. E forse è già successo. Non so spiegare. Ho un sasso mischiato al cuore. Urta. E scivola sempre più a fondo. E si incastra come una nave che va a picco. Mi rivolto il cuore. Ma non lo trovo. Lo sento. Senza riuscire a trovarlo. E io mare in tempesta. Tempesta in cui il cuore devasta il corpo. E il corpo distrugge l'anima. La nave si inabissa. Tra i pezzi del cuore. Del mio stomaco e delle mie dita deliranti. Tracciano profili. E tra parole. Come se fossero scialuppe. Nessuno capisce. E io non capisco nessuno. Non mi raggiungo. E gli altri riempiono solo l'assenza. Con i loro passi immemori. E mi immergono nella patina della distanza. Prostrata all'altare del mio ego. Cerco negli altri i miei segni. Scruto la mia pelle. Scandaglio la loro carne. Con occhi affamati. Di una fame e di una rabbia. Inspiegabili. Oltre ogni limite. E se non li trovo mi convinco di non essere mai esistita. Di essermi sognata. Di aver immaginato questa vita e le altre. Di essere una storia che mi sono raccontata e in cui ho sbagliato il finale. E tra le labbra livide scie di impotenza di un mare in tempesta. Prosciugato.
Risulto dispersa.
E forse è così.

3 commenti:

  1. le parole sono spesso sbagliate o inutili
    gli altri sono sempre gli altri
    prosciugarsi
    come un pesce sulla sabbia
    o indurirsi
    come sasso di torrente

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  2. un inizio, un centro, una fine.
    Ma non sempre in questo ordine.
    E se la fine è sbagliata...può stare altrove.
    L'importante è la parola, non la storia. Per me.

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  3. mi ricorda questa mia che ti regalo
    ciao



    non ricordo


    Cosa ne è rimasto
    assente
    non pervenuto
    mai arrivato
    eppure
    manca troppo
    forse un tempo
    ma...
    non ricordo
    riuscire a
    lanciare così in alto
    i propri pensieri
    fino a
    farli diventare
    sogni meravigliosi
    spacca il cuore
    ti crepi dentro
    e la nave
    si inabissa
    e niente più.
    cosa ne è rimasto...

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