lunedì 2 marzo 2009

Strappo i dettagli.
Come petali intorno alla corolla.
E poi li inverto.
Il dolore è crudo.
Accende i sensi.
Ed il delirio si ritrae.
Sembra di velina.
Colorata.
E stinta.
Da una convinzione stanca.
O forse solo negata.
Un fiume senza acqua.
Sul suo fondo ci sono risposte mischiate.
E limo.
Ormai.
Essere senza petali è essere senza dettagli.
Pregna di anonimato.
Strappo. Per sperdere. Senza cancellare. Come se si potesse rinascere lontano.
Altrove è il nome del futuro.
Il primo che mi viene in mente.
E lo sussurro.
Con tutte la dedizione di cui sono capace. Strappo. Inginocchiata, come una attesa. Ai piedi del mio Signore. Il tempo. E la chioma infelice sul suo grembo. In attesa delle sue mani. A ricamarci un pò di gioia. Ad intrecciarla ai miei capelli. Con le sue dita. Fatte di carezze. Ritaglio. Fiori. Tenerezza. E parole. Li osservo. E li ricucio. E gioco. Al gioco delle differenze. Ancora. Mentre perdono sangue. E le trattengo tra le mani. Per non lasciare nessun indizio. Non è passione. Ma lucida ossessione. Quasi scientifica. Se non fosse per le sbavature dell'anima.
L'anima.
Un biglietto bianco.
Senza destinazione.
Con un destinatario.
Uno solo.
E le dita sporche a segnare l'abbandono.
Ora le mie mani sono pulite. Ho imparato a non lasciare tracce. Lascio appunti sul cuore. Li spillo. E ingoio il dolore. Pur di non dimenticare. Silenziosi. Appunti di una storia mai scritta. Come silenzioso lui solo sa essere. Il cuore. Con la sua voce. Di luce. E luna. Muta. Mi urla nel petto. E io la cullo. E mi addormento avvolta alla mia voglia di dolcezza. Una coperta calda. Come un cielo zeppo di stelle. Schizzato sul mio soffito. La chiamiamo solitudine. Ma è solo il bagliore di quel biglietto bianco. E dei suoi spazi.
E si veste di buio.
Bianco.

1 commento:

  1. Quando il tuo sorriso incontrerà i miei occhi
    non basterà un bacio per ringraziarti,
    e sarài felice

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