domenica 19 luglio 2009

C'era la banda. Lo zucchero filato. E la mano di mio nonno. Immensa come il mare. Ma salda. Sembrava il posto giusto per la mia mano piccola ed esile. L'unico posto giusto. A volte sentivo le mie ossa adagiarsi nella sua mano. Tra la folla. E mi ripiegavo nel suo sorriso. Come un ventaglio. E ondeggiavo come il palloncino legato al polso. Era estate. Quando l'estate riempiva di gioia. Era l'esplosione di una attesa. E si sperava non finisse mai. E l'odore del grano e del mare si mischiava al canto dei grilli. Barcollavo come le pesche nel vino fino ad urtare contro il vetro. In attesa di un solo morso. "E' una cosa da grandi". E mi faceva l'occhiolino mentre addentavo il frutto proibito sotto la coltre del disappunto dei miei genitori. Le piccole trasgressioni di una piccola bimba. Aspirante piccola donna. Con un mondo piccolo ma perfetto. Come un mappamondo incantato.
Il tempo ha ammorbidito ogni ricordo.
Da poterlo nascondere in una tasca qualsiasi.
Ricordi come fazzoletti a quadretti.
Odiavo quelli rossi.
Scivolo in una lacrima che si chiama nostalgia.
Attenta ad asciugarla subito.
Ho il maledetto vizio di condividere.
Oltre ogni logica.
E levigo tutto quello che ho.
Ho il terrore del mio vizio per gli eccessi.
Ho imparato che l'unica possibilità è dividermi tra la parte buona
e quella cattiva.
Ma quest'ultima non è d'accordo.
Sa di essere più forte di ogni ricordo e di ogni passato.
Più o meno risibile.

2 commenti:

  1. ricordo che mio nonno mi sfrecciava in giro s'un seggiolino sopra il suo motorino portandomi a pescare a funghi a far l'insalata. Lo amavo, seppur passasse per eocentrico scontroso, adorabili gli egocentrici scontrosi, con me essendo libero da ogni riguardo educativo dava fondo ad ogni premura. Ricordo ancora il suo volto senza che abbia bisogno di chiudere gli occhi.

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  2. sempre a rincorrerti donna...a rincorrere quel sapore di iodio...

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