mercoledì 8 luglio 2009

A volte mi capita di essere esattamente al centro di un pensiero. Senza esserne immersa. E il resto del pensiero mi fluttua intorno. Un pò mi fa da vestito. Come una gonna gonfiata dal vento caldo. Imbarazzante ma divertente.
E un pò ti senti morbidamente seducente e un pò pudica e vorresti coprirti.
E con le mani lisci stoffa e vento.
Il mondo si muove ancora e sempre.
E siamo la eco di quel movimento.
Una eco di sangue.
Non sempre c'è una porta per entrare e uno per uscire.
E restiamo imprigionati in corridoi fatti di mondo.
E di vita.
O solo teneramente avvolti.
Credo, nel mio confortevole e confortante disordine mentale, che ci siano cassetti lasciati a lungo aperti e altri a lungo chiusi. Ed è il conforto quello che mi irrita. Mi hanno lasciato credere che fosse una componente. Addirittura essenziale. E così a volte mi sono lasciata imbavagliare da fasce di conforto. Senza capire che impedivo alla luce di quella candela di illuminarmi la pelle. E di sentirne il calore. Era la mia voglia di concretezza che rovinava l'atmosfera. Riempivo di molliche di pane ogni angolo. E imbrattavo la magia e il mistero.
Adesso ho le mani illuminate dalla candela.
Dalla stessa.
E posso rovistare nei cassetti.
E chiuderne altri.
In genere si raccontano storie fatte di passato.
Io vorrei raccontarne una fatta di futuro.
L'uomo lupo si è innamorato della donna farfalla.
E le ha cosparso le ali di baci.
Prima di divorargliele.

3 commenti:

  1. e quando le gocce di cera bollente cadranno sulla pelle delle tue mani, allora sì...

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  2. il futuro è già passato.. le ali della donna farfalla sanno essere molto meno fragili di quanto possa sembrare..

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  3. pare il lupo non possa resistere alla natura vorace.molto bello.complimenti.

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