mercoledì 5 maggio 2010

E io ballo.
E la mia danza spinge il seme a fondo.
E lo annega nella terra.
E una piuma accarezza le viscere della terra.
E sembra che lei rida.
E forse sta solo fingendo.
E intanto sputa sorrisi.
E io ballo.
E calpesto.
E tocco il guscio della terra.
E non dimentico.
E sollevo.
E accarezzo.
E mescolo aria e materia.
E poi ripenso.
E non ritrovo.
E il dolore evapora come acqua.
E poi ricola addosso.
E come acqua che riga e separa e scivola.
E il tempo è la menzogna più crudele.
E ho lancette dentro il cuore.
E fanno un pò male.
E un pò bene.
E sanno tremare.
E io ballo.
E non mi fermo.
E non sono sola.
E le nuvole sono con me.
E me le stringo contro.
E sono il mio vestito.
E il mio respiro.
E la colla del mio collo.
E ho voglia del loro imperfetto candore.
E ho voglia di poterlo dire.
E lo lecco nelle tue orecchie.
E non interrompo.
E i tuoi occhi hanno baciato le mie caviglie.
E io li ho raccolti.
E li ho nascosti tra le dita.
E se adesso apro le mani ci trovo un filo.
E lo lego al mio polso.
E il nodo è stretto.
E mi sento palloncino ribaltato.
E sono destinata a fluttare al contrario.
E sono aria che strofina la terra.

Viva.
E' spesso sembra semplice e bellissimo.
Ero un solco interrotto.
Ho ricominciato a scorrere.
Senza ali.
Perchè ho voglia di toccare il mondo.
Con il palmo aperto e pieno.
Niente più segreti sussurrati alle conchiglie.
Le ali le conservo nella mente.
Hanno i contorni di petali.
E la voce delle margherite.
Io l'ho sentita.
Forse una volta.
Rovisto nella terra.
Ho perso una parola.
Ma non ricordo il punto.



E ricomincio.



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