mercoledì 5 maggio 2010

E ti tenevo il viso tra le mani.
E ti rubavo indifesa il paradiso e l'inferno.
Dagli occhi inermi.
E non opponevi nessuna resistenza.
Neanche la verità.
Mi modellavi l'istante.
Sulla punta delle dita mute.
Con cui ti ricamavo poesia.
Sulle labbra aride e furenti.
Prima di morderle.
Per sigillarle.
E io restavo appena sotto la pelle.
Tra i respiri impiccati.
Senza scendere a fondo.
Perchè era bellissimo.
Intuire senza voler capire.
Amarti senza pretesa.
Senza memoria.
E legarmi al ramo.
Di un albero ignoto.
Solo per potergli sussurrare una fiaba.
E annusare la sua primavera.
Assaporavo una leggerezza spoglia.
Perchè credevo di essere una farfalla.

1 commento:

  1. Meravigliosa. La consapevolezza di amare senza pretesa, di sorreggere il viso di chi ami con la punta delle dita, in silenzio. Assaporare la leggerezza spoglia sentendosi farfalla di tutta questa immensa leggerezza. E poter respirare e questa volta volare. Ancora una volta.

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