Il modo migliore di nascondere è ostentare quello che
si vuole nascondere
Ed io raccolgo tutte le emozioni che provo. Appena sbocciate. Come
api sulla corolla. Come Petali sotto le api. E cielo che osserva. E' tutto
relativo. Come una mela. Buccia e polpa. E ramo e radici. Se scomponiamo le
cose ne diventano altre. E spesso scomponiamo le cose chiamandole. Dentro il
recinto delle parole. Vivisezioniamo le nostre sensazioni. Per paura che
siano sentimenti e transitino intorno al cuore. Sensazioni inesatte ed
imperfette. Perchè incompiute. Durante un viaggio che non abbia la forza, la
voglia e la pazienza di compire. O solo il coraggio di interrompere. La mente
è una zattera e il mare intorno morde e accarezza. E tutto scompare. Mentre
io vibro nella disarmonia della mia imperfezione e della mia volontà
sbavante. Cola a picco lungo i bordi. Dovrei solo impedire che defluisca. Tra
le oscillazioni tenere e ardite di questa zattera. L'anima si piega
all'equilibrio. Si soprappone a sè. Fino a sfiorare il pavimento con la
fornte. Si protende sulla zattera per impedirle di affondare. E si fa
vela. Senza spezzarsi mani. Tenere le emozioni tra le dita
significa farsi fremere un pò della morbida forza che me le ha sbattute sulla
carne. E le ha lasciate pulsare sulla gola. Come se fosse cuore. Ho
sentito. Io ti vedo. E quello che sento non mi inganna mai.
Perchè nell'emozionarsi c'è il vero impatto tra il mondo e noi stessi. Prima
di ricomporlo in un pensiero e nella sua maschera. Nel bene e nel male.
Come in una coppa. O solo in una bocca. E raccoglie rugiada e pece e
risentimento e candore. O solo distanza fatta di tempo e di paura. Tutta
quella che ci attraversa la carne.
O solo del muro svoltato a forma di angolo.
Dove la luce si adagia nella pietra.
Vorrei che il mio avatar fosse un fiore.
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