Siamo ammalati di passato. Nelle mie orecchie la tua
voce. E già mi sfiori. Mi giri intorno. Fino al collo. E le tue parole sono
perle di una collana. Pronte a scivolare giù. E ti rivivo attraverso le idee. E
ti fai fiore e frusta. Non c'è perversione. Quella si infila. Come la luce tra
le imposte. E' uno spiraglio. E quando chiudi la porta si spezza in segmenti.
Siamo quello che vogliamo quando varchiamo la soglia principale. Ed usciamo ed
entriamo dalla stessa porta. Senza deviazioni.
E' strano dover comprendere come un nuovo mondo di idee si schiuda. Come un seme nella terra. Lo sperma del cielo. L'amore che si fa zolla. Prima la spacchi e poi lo ricopri. Nella sua culla. Il seme. Nella sua culla di terra. Nessuno ci pensa alla sua paura. E piano piano diventa voglia. Di vivere. E iniziare ancora. Senza aver finito. E senza aver mai iniziato davvero. C'è il culto della parola che si finge carne. E inizia a sanguinare di un sangue che sembra finto. Un sangue di parole. Ma non lo è. No. Sono gocce.
E' strano dover comprendere come un nuovo mondo di idee si schiuda. Come un seme nella terra. Lo sperma del cielo. L'amore che si fa zolla. Prima la spacchi e poi lo ricopri. Nella sua culla. Il seme. Nella sua culla di terra. Nessuno ci pensa alla sua paura. E piano piano diventa voglia. Di vivere. E iniziare ancora. Senza aver finito. E senza aver mai iniziato davvero. C'è il culto della parola che si finge carne. E inizia a sanguinare di un sangue che sembra finto. Un sangue di parole. Ma non lo è. No. Sono gocce.
E a volte fili.
E senti tutto il bene che ti ha avvolto. E non puoi ignorarlo. Come una coperta che ti avvolge le spalle. Una rete di bene. Dalle maglie fitte e lente. Perchè il male tenta di smangiarle. Ma nessun male potrà lasciarci morire di freddo. E unire i rettangoli di solitudini lontane. E' un puzzle fatto di vite. Mani che si sfiorano e non si toccheranno mai. E i dolori che si sciolgono in lievi ma profonde empatie. Sangui estranei e stranieri che per istanti ci lasciamo scorrere dentro. Mentre le storie ci scorrono dalle labbra alle orecchie fino alla pelle. E ascolti verità che nessuno ha il diritto di negare. Perchè ogni anima è mondo e tempio. E spesso le nostre preghiere sono sconosciuti rami che bruciano. Al fuoco di un dio piccolo ma potente. Immensamente potente. E neanche lo sa. Nella misura in cui la sua forza ci stritola le vene e ci lascia espodere il cuore.
Ad ogni nuova alba.
Nessuna novità.
Poi capita.
Poi capita.
Solo un nuovo ramo che si lascia sbocciare i fiori
addosso.
Stufo di dover ardere.
Perchè è così che può accarezzare il cielo.
Sei nelle mie parole perchè sei nella mia mente.
Perchè è così che può accarezzare il cielo.
Sei nelle mie parole perchè sei nella mia mente.
Il mio problema è che non so dosare
l'entusiasmo.
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