venerdì 3 agosto 2012


Pesa molto il disincanto. Vela le ciglia ed il mondo appare a righe. Lo percepisci a pezzi. Dientro la gabbia della diffidenza. La belva dentro di me mi sussurra e mi ride nelle trombe di eustachio. E così mi fodera di distacco. E questa visione, in cui le sillabe si mescolano tra di loro, come falene, e le vocali sono quasi invidiose delle consonanti, è una tela che confonde e distrae, distacca, copre. Un velo imbrattato sull'anima.
Apro gli occhi.
E sento l'aria appena fresca del mattino.
La mente è un foglio bianco.
Lo imbratta il cane del vicino che abbaia furioso
al mio gatto che fugge dispettoso sul muretto.
Prima o poi ci resterà secco.
Per il momento l'unica che ne paga le conseguenze sono io.
E i miei timpani.
Ed il mio foglio macchiato.
Scaccio inorridita questo pensiero. 
E cerco nell'aria l'odore del caffè che non tarda ad arrivare.
E' un ricordo sempre rassicurante.
Sa di casa.
Non sento la bestia ora, ma non mi tranquillizza la sua assenza. Ci sono sensazioni negative che ci sono anche quando mancano. Lasciano una forma, come dentro al letto e tra le lenzuola sgualcite. Si è infrattata ora, ma poi torna, e all'improvviso mi percorre e sbrana e rovista. E mi fa suo immondo pasto. E mi ricerco nella mente il pensiero della serata appena trascorsa. Il piacere del vino freddo nella gola e le risate che si intrecciavano. A caccia di una spensieratezza un pò arruginita ma così gradevole. Non dover spiegare, non dover capire, non dover spiegare ancora. Io non so più parlare agli altri. Io pretendo. Io chiedo. Io osservo. Io deduco. Maledettamente deduco. E poi intreccio le mie sensazioni come corde. Fino a farne nodi. E' come avere una seconda pelle. Non copre. Avverte. E non sbaglia.
Il cane ha smesso di abbaiare.
E il mio gatto dorme sotto la palma nel giardino.
Forse anche lui sogna.
Un nuovo cuscino su cui rifarsi le unghie.
Una ciotola colma di croccantini, solo per lui.
Una nuova padrona che lo faccia mangiare prima.
O di diventare amico del cane del giardino vicino.
E' un gatto incompreso, e molti lo credono un pò stronzo.
Ma lui non può farci nulla.
E' così.
Lo ricordi ancora il mio nome?
 

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