Da tempo non riesco a scrivere. Vedo il bene nel male ed il male nel bene. Forse perché il loro confine è così labile. Così sottile. E le parole scendono lente come gocce di acqua. Mi succede quando sento troppo e troppe cose contrastanti. Come se ci fosse un buco che assorbe tutto e di continuo. Ogni pensiero, ogni sogno, ogni parola ed ogni ricordo. A volte i passi sono dei solchi nella memoria e tu ti chiedi quanta verità ci fosse nelle tue emozioni, come se fossero molliche di un pane mai spezzato, morso per caso, incapace di curare la tua fame di bene, di amore, di una quiete leggera. A volte sento gioia, come se fosse sollievo, nella bellezza, nell’arte, nell’incanto in cui inciampo. Nei dettagli che non avevo compreso prima, nel riscoprire e conoscere meglio la meraviglia di chi ha condiviso la forza di un pensiero, fino a renderlo parola, o marmo vivido, o tela pregna di emozioni, capaci tutti di rimbalzare nel tempo, e in un suo frammento illuminare l’anima, forse per un istante, di una donna qualunque, in una vita qualunque, in un posto qualunque.
E io lo dico con parole anonime e comuni, in un modo qualunque.
Lasciarsi illuminare da una emozione dà un senso a tutto il resto.
Anche al grande buio che viene dopo.
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