venerdì 17 febbraio 2017

Mi entra in circolo, delizioso come una caramella, il silenzio sazio e pieno delle tue parole. Gonfie di futuro, come vele tese al vento. E le tengo per me, appena sotto il fiato. Per poterle lasciare scivolare lentamente in me, nei momenti bui, quando smetto di trovarmi e di cercarmi e mi ritrovo al punto zero, una boa, con qualche sensazione e un pugno di incertezze. Lasciarsi guardare per davvero può essere bellissimo, ma è terribilmente rischioso. Perché calca sulla pelle piccole tracce di intimità e condivisione, scie a lento rilascio, e poi non sei più la stessa. Ed è così limpida la malinconia della fragilità, nel gioco di ombre dell'esistenza. Se ti parlassi del mare, tu capiresti. Ma non lo farò, e ti terrò dentro, come le parole che mi hai donato, che per pudore, lego alla mia intimità più sfrenata e candida. Onde di donna, fatta di maree e di luna, una luna di carne, da sacrificare sull'altare di ogni tramonto.  Oggi, domani, e poi, non contano, sono piccoli dettagli, nel lenzuolo del tempo.
"....Le cose che fai vecchio mio, possono essere bellissime,
ma ahimè ahimè, se non le fai con il cuore si vede.
E si vedrà sempre.
Romanticismo non significa regalare rose.
Romanticismo significa coltivarle..."

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