mercoledì 27 aprile 2016



Capitò per caso, e forse per diletto. Il giallo ed il blu divennero verde. Sembrava una magia. E mescolavo, dosavo, impastavo. E sporcavo i pennelli e poi li strofinavo contro i fogli. Tutto trovava un senso. Una specie di diverso equilibrio. E le mie furie sfumavano inevitabilmente e deliziosamente nel verde, nel prato ritrovato, dove mi rifugio, quando il vento soffia troppo forte. Ed anche il rosso potevo mescolarlo al blu. E ci provavo. Allora non sapevo smettere di provarci. Giovavo con il mondo. E parlavo alle formiche. E al pulcino che mi compravano il giovedì al mercato. Ed immancabilmente mi lasciava. Agli occhi di una bambina la vita aveva una poesia immanente. Anche di fronte al dolore. Al distacco. E così imparai che ciò che conta è l’anima. E mi persi per sempre. Non comprendo alcune cose, o meglio le comprendo e non fino in fondo.E bastarmi non è mai stato più difficile. Le dita di mia madre a volte sono l’unica ancora per il mio delirio, una radice scalza. Mi basta un istante. Una carezza veloce ed il suo odore buonissimo. A volte lo sento anche da lontano. Da piccola le frugavo nell’armadio e uscivo di casa con i vestiti nella busta. Adorava il suo maglione azzurro. Poi bastava scavalcare il cancelletto e arrampicarsi alla notte. Il mascara e il lucido sulle labbra e mi sentivo così femmina, da riderci a crepapelle, se ci ripenso. A volte con le amiche di un tempo, del tempo che fu, se ci incontriamo, ce lo raccontiamo. Le sere e la spiaggia e la pizza sempre fredda e la birra troppo calda. E il mare di inverno, ed il mare sempre ed ovunque. E l’aria pregna di salsedine. Sui muri freddi, mentre mi baciavi. Ed il gioco della bottiglia e i baci casti o finti casti. Ricordo quando mi spingesti con la testa sotto l’acqua e nel buio non avevo paura. Non sapevo ancora tremare, forse per quello. E poi mi abbracciavi forte forte spavantato perchè non avresti voluto farmi del male. E io ridevo del tuo imbarazzo. E ingoiavo acqua e mare. E forse non me ne hai mai fatto, del male. Perchè il tempo stinge tutto, anche il dolore.E resta solo la bellezza. O forse se la senti dentro, sai ricoprire di una polvere speciale anche il passato.


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