venerdì 8 aprile 2016

Piccoli petali

             
Piccoli petali si sfaldano e cadono lontani dalla corolla. Sono lacrime della terra che perde i suoi figli. Piove. E questa non è tristezza, solo consapevolezza, che gli altri ci sfiorano, come questa pioggia candida, o forse no. E poi scorrono lontano. Ed è più facile confidarsi con un vento sconosciuto. E non vorresti sporcarlo con il tuo fardello. Perchè il vento è e resta leggero. E non può nè vuole pesi. E il vuoto pesa, immensamente. Ero perle e catrame e a lei hai detto la tua verità. E ancora una volta non la ho ascoltata. Mi sono sentita più forte di ogni senso dell'amore, passato o mai provato. Perchè ho ascoltato solo il mio desiderio. La mia voglia di essere donna e libera. Ma non posso abbattere i muri di quella verità. Di un errore di percorso. In una direzione, in una diversa strada rispetto a quel castello in cui ti rifugi.
Adesso al buio lascio scorrere l'acqua.
E mi ascolto, bevendo le mie lacrime.
La lingua nel vuoto, come una preghiera.
Come una gocciolina tra le altre.
Acqua che scorre e porta via ogni traccia,
ogni pensiero,
ogni ricordo.
Come un mantello che protegge.
Come un abbraccio che ricopre.
Come la carezza della madre che non sarò mai.
O che sono stata al momento sbagliato.
In un mondo sbagliato.
Come la mano di una amante che parla al buio.
E fruga ed insegue.
E affonda il colpo nel piacere dell'amato.
E il cuore scorre lontano, come questa acqua.
Piovimi più forte, ancora.
Fino a cancellarmi.
Ogni traccia di errore.
A forma di donna.
E strappa a brandelli ogni sincerità.
Là si celebra il tormento della assenza di misura.
Tra il darsi e negarsi.
La dignità come un asciugamano,
a coprire ogni nudità.
Non ho nulla da insegnare.
Molto da imparare.
Il tempo rende tutto più leggero.
Da lontano.
Io vivo densa.
Ed è questo il mio peccato.

 

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