mercoledì 27 aprile 2016

E mi parlo e ti parlo addosso. E non mi fermo. Mi fa paura il silenzio. Tante cose mi fanno paura. E la paura è la peggiore consigliera che si possa immaginare – ma questo lo ha senza dubbio già detto qualcuno, o lo ha solo pensato, poi verificherò. L’aria profuma di pulito e sento l’odore della neve, che da queste parti è davvero rara. La conosco poco la neve. Mia nonna mi raccontava che ci facevano il gelato con la neve nel bicchiere. Il mio respiro contro il mio braccio, prima di addormentarmi, mi tranquillizza e mi fa compagnia, perché ci stempero tutta la voglia di te che non so dirti e che, quasi senza passare dalla mente, mi ruba il fiato, in un corridoio segreto, e mi arriva fino al ventre. E non ti penso; esisti ed sei sulla mia carne. E non ti cerco, e non ti cercherò più. Mi limito a sentirti, aspettando che tu abbia ancora voglia di me. Questo silenzio mi accarezza, appena si fa più lieve l’idea di te ed il tuo profumo misto al vento ed al deserto. Ed è successo all’improvviso, in una delle mie notti vuote, nel mio gomito indolente ho sentito il tuo odore e ho chiuso gli occhi, perché anche l’anima lo potesse sentire, precipitevolissimevolmente. Come quando affondi nel boccone più buono e non lo ingoi, con cura e dedizione. Ed è così che quella emozione la centellino, e non è nostalgia, ma la eco del grazie che ti ho sussurrato mentre l’autista ci guardava dallo specchietto. E non riuscivo a smettere di baciarti.
Sai?
Ancora ti sto baciando.
Neve…

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