venerdì 8 aprile 2016

Rubo il fiato alla luna
E mi riapproprio del mio respiro. E mi è capitato sotto un cielo fermo, levigato dal freddo. Aloni di fiato. In alcuni punti ti senti più vicina alle stelle. E comunque sai che esistono. Tanto da non doverti spiegare il senso delle cose. E neanche della tua vita. Magari te lo sei chiesto infinite volte. A voce più o meno alta. Come un sussurro, tra coscienza e gola. Prima di sospirare. In un posto indefinito di te stessa quelle domande non hanno smesso di battere. Come se avessero una vita autonoma, un cuore diverso e distinto, una pompa che dava loro sangue. Ho guardato sopra la mia testa, e vi ho trovato una deriva di luci, una spianata di puntini. Il mio fiato ancora, come segnalibro. E quella sensazione che ti pervade, all'improvviso, scontata ma forte, pulsante, di essere un pezzettino, di un tutto immenso, che non smette di scorrere. Mentre la tua vita, e le sue incerte direzioni, continua a fluire, come minuscolo affluente in un fiume gigante. E sei acqua tra altre acque. Sempre più mescolata ad un senso superiore, che sperde e riunisce. Quasi che vivere o andare diventasse irrilevante sotto tutte quelle stelle. La bellezza è una tasca abbastanza capiente, e se ci infili le dita ci trovi inaspettatamente ciò che non pensavi di poter neanche nominare, perchè non ne conoscevi il nome. Un bottone smarrito, una tazza sbeccata dei tuoi giorni felici, un fiore, quello che ti aveva donato tuo padre, tra le pagine di un libro, la voce della Callas, una poesia dimenticata ed una mai persa dalla mente, una alba rubata ad un mare diverso, la luce di una candela ed il riflesso in occhi lontani.
All'improvviso sono inciampata nel mio fiato.
Ed in una voglia pazzesca di pizza.
Ho infilato la chiave ed ho messo in moto.
Tanto le stelle non smettono di farci da cappello.
E ci stanno a guardare.
Da qualche tempo non mi impegno a spiegare le cose.
Mi sforzo di descriverle.
Meglio che posso.
E le parole modellano.
E le cose si adagiano.
Il senso, se c'è, è altrove.
Mi limito a vivere.
Senza una regola.
Oltre la riga bianca.
Attenta a non marcare la soglia nera.
Le incomprensioni le ignoro e ci salto sopra a più pari.
Come quando giocavo a molla.
Perchè nel silenzio a volte c'è del rispetto che non si può spiegare.
Solo intuire.
Prezioso, come un raggio di sole.
Il primo di buon mattino.
"...Non vediamo le cose come sono, ma vediamo le cose come siamo...".

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