Ho smesso di raccogliere i pezzi. Di spezzare foglie. Per lasciare una scia. "Cercami". E' il gioco in cui mi perdo. E ho smesso di ascoltare. Voci come se fossero tulipani cigolanti. Voci di lama. E di aghi. Urla affamate di neve. Ho smesso. Di ricopiare impronte. Di levigarle. Di modellarle. Di dargli la forma del tutto. E del giusto. Il giusto è deforme. E informe. Spinto dai battiti. E spesso si scioglie davanti al fuoco. Ho smesso. Di mozzare pezzi ad albe. Di soffocare i suoi tremiti. Di amputare la rugiada dai fiori. E ricomporre. E conservare. Nella guerra degli spigoli. Dove non c'è sangue. Solo silenzio. E punge. Ho smesso. E forse no. Forse è la verità che mi appartiene. E mi solletica le vene. No. Non sto tremando.
Ma non smetto mai di smettere.
Non sento. Al centro di me un'arpa di carne sta rimestando pensieri e desideri e sogni. Una musica imperfetta. E meravigliosamente scomposta. Mi fa credere di essere vita. E mi spinge i battiti nel cuore.
Imperfetto cuore.
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