domenica 13 dicembre 2009

Ostinata. Tra briciole e zanzare. Raccolgo e poi conservo. La mia collezione di briciole. Dorate al primo sole. E le metto in fila. E le nascondo in ologrammi immensamente profondi. Tane dell'avvicendarsi del tutto e nulla. E ripulisco. Sempre lo stesso posto. Strofino la mia incostanza in quel punto esatto. Fino a far sanguinare la pietra. Ma le mie nocchia sono integre. In alcuni giorni il cuore è muto. E non serve che io bisbigli formule di incantemi. Mi grana gli occhi e sorride. "Oggi, no. Forse, domani. Oggi nessun esperimento. Lasciami riposare." E mi sbadiglia in faccia nuvolette di noia. E' un cuore screanzato. Ma in fondo gli perdono tutto. "Ma se non sai perdonare. Se tu lo sapessi fare smetteresti di ripulire sempre lo stesso istante. E ti lasceresti scorrere adosso la pioggia". Non temo la pioggia. Detesto gli ombrelli. Ma nessuno sa quello che succede dopo. Dopo fa immensamente freddo. Un freddo che arriva alle ossa. E tu non puoi nemmeno permetterti di tremare. Trema solo il cuore. Quello è un gran cafone.

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