venerdì 8 gennaio 2010

La voglia di tagliare l'attimo. Di infilzarlo. Di spaccargli il cuore. Di inanellarlo. E in fondo di spalmarlo di solitudine. Come se fosse neve. Bellissima ma gelida. Si scioglie subito. E tutto torna come prima. E' un attimo che rotola sui successivi. E corre olontano. Davanti agli istanti che lo precedono. Si fa chiamare tempo. Una alchimia di numeri. Ma è solo una scheggia. Regolare ed identica ad infinite altre schegge. Schizza aspettative e risatine. Tintinnii. E si scioglie come baci sotto la lingua. Vortici di desiderio. per scavare segreti negli altri. E tacerli. Ad occhi chiusi. E quando li hai aperti il mondo non ti ha aspettato. E puoi salvarti solo arrendendoti. E' assolutamente uguale. Ma abbiamo un sordo bisogno di renderlo speciale. Perchè sentiamo il bisogno di distinguere fine e inizio. Abbiamo bisogno di confini. Di margini. Di sensazioni nette. Come se l'anima non potesse espandersi. E dilatarsi. Come una bolla di sapone.
Gli auguri sono fatti per gli altri.
Per noi c'è solo speranza.
E voglia.
E voglia di speranza.
E la voglia di continuare ad augurare.
E a saper augurare.
Perchè da soli siamo davvero poco poco.

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