martedì 17 febbraio 2009

INDIFESA

Indifesa era la mia anima dall'assedio di graffi di stelle. E i loro solchi. Su percorsi ignoti. Perché ignota è la meta. Viandanti i pensieri su carni sconosciute. Fango e polvere. Praticamente cuore. Perché di terra siamo fatti. E di terra odoriamo.
E la luna strideva sulle ossa.
Incantevole e crudele.
Lama di luna.
Mi sembra ancora di sentirne l'eco famelico e dolcissimo. Rintocchi erranti di un pendolo senza ore. Alla deriva. E l'orda cruenta annodava istanti fatti di assenzio. Fusi con le mie ossa e a saliva. A paura cruda. Sparsa e spersa. In un viaggio senza soste. E senza ritorno. E a indecenti pezzi di cieli.
Il suo riflesso si ribaltava in baci.
Baci di luna.
Nudi.
Indifesi.
A caccia di calore. Mordevano l'aria. Per non morire di freddo.
Di una luna guerriera.
E delle sue armi.
Di sangue e di passione inzuppate.
Fino a fremere in una fine come tante.
La pelle era il confine trasparente di anime. E di quella fame. Un cristallo e le sue crepe.
L'amore immaginato si vive con la mente vera.
Sottile è confine tra sensazioni e sentimenti.
E a volte io lo ignoro.
E mi ferisco con le lame dell'ignoto.
Fili di una rete fatta di tempo e di emozioni e di paure.
Le mie paure sono diverse da quelle degli altri.
Sono strane come me.
Ho paura.

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