sabato 21 febbraio 2009

Lo specchio

Dentro.
Contro.
Dentro e contro uno specchio.
Uno specchio antico.
Profondo come un lago.
Opaco.
Sono invisibile.
Mi cerco.
E mi cancello.
Distruggo e rimodello.
Le gote.
Il mento.
Ogni parte della fronte.
Mi spengo gli occhi.
E lascio scomparire ogni traccia della bocca.
Mi annullo e mi ricreo.
Le linee si avvicendano.
Le forme si ritraggono.
Espressioni nuove.
Segnano e colorano.
E quella immagine appare e scompare.
Dietro bolle di sapone.
Lei e l'altra si fronteggiano.
Una è la bimba.
Sputa fiori. Li raccoglie e li sputa.
Ogni sera si fa le coccole e si canta la ninna nanna.
L'altra è quella sbagliata.
Famelica. Bugiarda. Inaffidabile.
Sciorina il suo scialle di parole nel tempo.
E ammicca.
In mezzo ci sono io.
Con un cuore dislessico.
Morsicato.
Nè l'una nè l'altra.
Fatta dai loro pezzi.
Li raccolgo. I fiori dell'una. Le ciglia dell'altra.
E le allontano.
La nostra vera immagine non ci appartiene.
Nessuno specchio riesce a darcela.

E' che gli occhi sono davvero il più temibile degli specchi.
Dove gli altri ci trovano.
Dove noi troviamo gli altri.
Lo specchio più perverso e crudele.
Proietta noi e le nostre ombre.
Nonostante noi.

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