Spesso dimentico di dimenticare. Le promesse sono imbuti. Dentro vi scorre la vita negata. Fino a restarne incastrati. Nè dentro. Nè fuori. Sospesi in quell'imbuto. Un viaggio a metà. Incastrati tra volontà. E tutto il resto. L'altro da noi. Il diversamente noi. E mi ricordo di ricordare. Anche se forse è tardi.
Ognuno crede di conoscermi.
Come se io fossi un libro senza copertina.
Ognuno può leggervi dentro.
Tutti credono di conoscerne la fine.
Ma qualcuno ha strappato anche l'ultima pagina.
E non c'è un finale plausibile.
Altrove è solo un posto. Come tanti. Nascosto alla voglia di vederlo. Il rifugio delle volontà interrotte. Dove ci nascondiamo. Dimenticando di tornare a cercarci. E adesso basta. Basta è solo una parola. Sillabe di acanto vorace che chiosano pensieri. Alla fine del salto. Avvinghiandosi alle labbra. E mentre le pronunci quasi le sillabe tirano la pelle. E si stagliano su un cielo improbabile. Afono. Su uno stagno che lo risucchia. E non ne distingui i margini. Tra cielo e palude. Rinnegati ad ogni e qualsiasi primavera. E' un cielo capovolto. Destinato a raccogliere ciò che cade. Come se fosse un prato incapace di cospargersi di sole. Appunto un imbuto. Sotto arriva poco. O nulla.
Non devo dimenticare di ricordare.
E ricordare di dimenticare.
Poi ogni parola troverà il suo posto.
Anche quelle non dette.
Il posto delle parole è quel cielo che si finge campo.
Il campo in cui ogni notte fioriscono stelle.
*Attendo avidamente il nuovo giorno*.
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RispondiEliminaAltrove è solo un posto, hai scritto: un posto che si trova "altrove" ... sarebbe bello trovarlo
RispondiEliminaAndiamo via, creatura mia,
via verso l’Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.
La luna che splende su chi
là vaga contento e libero
ha intessuto la sua luce con le tenebre
dell’immortalità.
Lì si incominciano a vedere le cose,
le favole narrate sono dolci come quelle non raccontate,
là le canzoni reali-sognate sono cantate
da labbra che si possono contemplare.
Il tempo lì è un momento d’allegria,
la vita una sete soddisfatta,
l’amore come quello di un bacio
quando quel bacio è il primo.
Non abbiamo bisogno di una nave, creatura mia,
ma delle nostre speranze finché saranno ancora belle,
non di rematori, ma di sfrenate fantasie.
Oh, andiamo a cercare l’Altrove!
(F. Pessoa, Altrove)
BELLA. BELLA. P.
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