sabato 21 febbraio 2009

Senza luce.

Casa di bambole



Nella mia casa di bambola c'è una finto camino. Senza comignolo. Illuminato da una finta fiamma. Scintilla e si riflette sulla mia finta finestra. Non si spegne mai. Gialla ma screziata di rosso e fissa e imperturbabile sfavilla. Senza scaldare. Ancorata gaiamente a dei finti ceppi. Nessun vento riuscirà ad impedire a quella finta allegra fiammella di scoppiettare.

Anche quando l'inverno sarà finito.

Nella mia casa di bambola sul finto davanzale, disegnato e perfetto, sempre pulito, colmo di rose rosse, appena sbocciate, eternamente fiorite, da casa di bambola, una ombra, una vera finta ombra, in una notte, che forse era giorno, poggiò dei veri fiori. Innocenti ed appassionati boccioli. Si protendevano nella mia vita da bambola. I miei occhi di vetro ceruleo da vera finta bambola avrebbero voluto esplodere di meraviglia alla loro vista e contrarsi e contrarre le ciglia ed arcuare le sopracciglia. Ma una bambola ha ciglia sintetiche. E sopracciglia disegnate. Assolutamente imperturbabili. Non conosce stupore. E' destinata a restare uguale a se stessa. Indifferente. Come è giusto che sia. E i suoi occhi destinati a non versare nessuna lacrima. A non riempirsi di rughe. Con la sua bocca a cuoricino imbrattata di vermiglio. Senza labbra di carne.

Una bambola non ha orecchie.
Non può sentire.
Ma per un istante ti ho sentito.
Ombra lontana.
Straniero.
E adesso la tua voce fa scempio nella mia piccola testa di plastica.



"Ti prego vera finta ombra torna per un istante e cancella ogni traccia del tuo passaggio, porta via i tuoi fiori che io non toccherò mai ed i loro petali ed il loro profumo che io non inalerò mai.
Prima che sfioriscano
."
E' così tenera da sembrare ridicola. Anzi lo è.

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