martedì 3 febbraio 2009

Anche se...

Lenzuola di brividi e timore e carne rivestono il mio pudore.
Pulsava di battito antico.
Lo avvolgono e lo soffocano.
Cianotico e asfittico baule è il corpo.
Ho chiuso la serratura e ho perso la chiave.
La mia pelle sente ma dimentica.
E dimentica se stessa.
Si perde nei giochi della mente.
Stinta la mappa di impronte fameliche.
Sembrava neve.
La raccolse.
Era meravigliosa malinconia.
Sparsa e colpevole.
E consapevole nel suo gelido candore.
Non la trattenne.
Non per tanto.
E i polpastrelli furono gli unici testimoni.
Muti.
Bambina con il riflesso ricamato dal fango. Con il bordo di desiderio. Accarezza la sua sagoma e la lecca. E cancella la solitudine. Come perdono negato e amore mai chiesto. Ma nato. Fiore selvaggio. Figlio del sole e del vento. Nutrito dalla pioggia. E dal caso. Sazio di periodiche probabilità. Provvide diseguaglianze.
Le sue mani offrivano supplici schegge di delirio e di sogni.
Puri e onesti. Erano petali. Di strani fiori. Nudi ed indifesi. Come il cuore al primo amore. Corolla umida di desiderio. Pudicamente assorto. Tagliuzzato ed intagliato dalla lama della superficialità. Ha perso tutto. Anche l'odore della speranza. Inebriante venticello. Sette giri di nastro rosso come il sangue intorno ai tuoi polsi. Dono innocente al vento. E le sue mani sempre più nude. Fragili come foglie. E gli occhi nelle mani. Vedeva con le mani. Sfiorava il mondo. A raccogliere sensi. E strisciarli su muri ignoti. Scavava desiderio dalla sua carne. E lo intrecciava ai suoi pensieri. Come pelle di vite sconosciute.
Pudore amputato e poi diluito in germogli di sogni mozzicati.
Dal tempo. Quello chiamato presente e quello chiamato futuro. E poi anche dal passato. La più immonda delle scie. Soffiata alla luna. Respingevano le stelle gli assalti della coscienza.
Bambina.
Un tempo lo fu.
E i suoi occhi erano sempre occhi.
E le sue mani comunque mani.
Sentiva con il cuore.
Senza annusare e percepire.
Fidandosi del rigoglioso senso dell'amore.
Dei palpiti e dei brividi.
Senza raccoglierli e trattenerli.
Bagnata e scivolata.
Fu donna e ancora bambina.
E poi nulla più.
Ora ascolta la pelle.
Lei insegna.
Anche a sbagliare.
...
Dopo.
Io e la notte e la pioggia. Rileggo. L'innocenza c'è ancora. E anche il senso dell'amore. Resta. Comunque. Anche se il corpo rinnega. E io sorrido al giorno a venire. Il tempo modella il mondo. Il mondo contorce il tempo. Smetto di rileggere. E di contemplare. A volte la vita è un fiume che scorre e i suoi affluenti si incontrano. Comunque. E non lo puoi evitare.
Osservo e mi faccio da parte.

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