domenica 15 febbraio 2009


"Come stai?"
Non lo chiedo mai. E tu non lo chiedi a me. E' superfluo. E cosa conta allora? Io forse lo so. E tu?
Uno, due e tre.
Perché di numeri sono fatte le parole.
Ed i pensieri.
Se ripensassimo ai pensieri pensati, resterebbero solo numeri.
I pensieri sono fatti di cifre e di materia.
Di luce e di buio.
E io ho il buon senso di non farlo.
Non voglio sapere.
Smetto di contare.
Ho paura del risultato.

La vita è un numero.
A volte, una somma.
A a volte, una differenza.
Un numero solo.
Con un cuore dentro.
Al suo interno.
Come un albero.
Ed i suoi rami.
Numeri nei numeri.
Fino all'unità.
Meravigliosi incompiuti.
Destinati a mischiarsi.
Nati per questo.
Fatto di passi e di respiri. E' il mio silenzio. E di battiti di ciglia. E labbra di sole da baciare. Destinate a schiudersi come albe. Questo segna il tempo. Spersi alla ricerca di un sì in cui annegare. Pur restando numero. Tra migliaia di altri numeri. Ognuno vive la sua vita. E continuare a farlo imponendosi di non pensare alla vita degli altri è davvero difficile. Far finta di non percepirne il battito. Ignorare non sempre significa non sapere. E poi specchiarsi nelle acque. Ma al contrario. Dal fondo verso il cielo.
E' come riflettersi nel cielo.
Nello specchio a volte non ci scorgiamo.
Vediamo solo i nostri limiti.
Uno, due e tre.
O forse più.
E' il buio la casa dei numeri.
E a volte la luce.
Perché anche di buio è fatta la luce.
E di luce il buio.
Esercizi di cuore e anima e poi altro non so.
Non ti chiedo mai: "come stai?".
E questo è un errore.
Anche i numeri sbagliano.
Ma non lo ammettono mai.
Non possono.

1 commento:

  1. forse "chiedere come stai" non è facile o non è facile dare una risposta, perchè "un cuore che cerca sente che gli manca qualcosa ma solo il cuore che ha perduto sa cosa gli manca" (Le affinità elettive) ... poverino il cuoricino ...

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