lunedì 9 febbraio 2009

Amore, perdonami









Se adesso aprissi le mie mani, sarebbero davvero vuote e stanche.

Striate dall'aria. Scavate da parole. Come rigagnoli di linfa impudica.

Evaporata al sole. Quando la luce del giorno filtra

tra le palpebre e mi solletica la coscienza. E la cavalca.

Come piume variopinte. La accarezza fino a rubare ogni respiro.







Il segreto è una apnea dalla verità.

Segreto.

Sta vibrando.

Qui.

Nelle mie viscere.

Un nodo nero.

Slegato e riavvolto.

Accarezzato e stritolato.

Dalle stesse identiche mani.

Come radici di anima.







E sentivo la tua bramosia che si cospargeva sulle carni.

Inseguivo le tue mani che vagavano nel contorno delle mie paure.

Ricamavano ragnatele. Risucchiata la bimba. E risputata nell'aria.

Non pianse. Spinta e respinta. Fino a farla vagare come un palloncino.

Vagò. Vagava. E vaga. Graffiarono la donna.

Dita di desiderio che all'improvviso divennero artigli.







Era amore.

Lo specchio d'acqua sull'abisso.

La cosa più naturale e pura.

L'acqua che tutti vogliamo bere.







Ma sui miei occhi c'era la benda del peccato annodata stretta.

Abili mani cesellavano i pensieri. Li modellavano. Come creta del vasaio.

E le forme erano altre. Perchè persi il controllo della mia creta.

E non c'eri più. Non era importante quello.

Eri andato e non eri mio. Mai stato.

Esploravo il mondo senza usare le cinque dita.

Con il palmo pronto a fare da coppa.

Ma ancorato al filo di quel palloncino.

Strattonato nel vento e ondeggiante.

Cosa è cambiato? Non oso pensarci.

Chi è prigioniero, l’anima o il corpo? Chi?








"...Amore perdonami: sono brutale
e vorrei ungerti d’olio,
ti perseguito e vorrei
che davanti a te io fossi un tappeto,
ti amo e mi recludo nel mio silenzio,
ma ho paura, paura di me stessa,
di questi gigli orrendi di fame e di fango
che crescono nella mia mente..."








A me succede che allontanandomi dalle cose io le veda.


Finalmente.

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